Di Duilio Scalici
Quando è arrivato nelle sale il remake americano, il titolo Speak No Evil era ovunque, una presenza costante nei media. Pubblicità su YouTube, spot in televisione… non c’era modo di sfuggirgli. E così, non c’era da stupirsi che Prime Video decidesse di mettere in evidenza l’originale danese sulla sua home page. La curiosità è stata irresistibile, anche perché preferisco sempre guardare gli originali prima di considerare i remake, se proprio necessario.
Una sera, dopo aver messo a letto Leonardo, ho convinto Ninfa a guardare questo film diretto da Christian Tafdrup. Fin dai primi minuti, la tensione è palpabile. La trama, il montaggio, la regia e le interpretazioni degli attori sono talmente meticolosi che ti spingono inevitabilmente a riflettere. Non riesci mai a capire davvero da che parte stare, e ogni scena ti lascia sospeso. I protagonisti sembrano quelli “buoni”, ma ben presto ti accorgi che forse il vero problema risiede nella loro percezione distorta degli strani amici incontrati in vacanza. Il seme della paura viene piantato lentamente nella tua mente, cresce piano, restando lì, silenzioso, pronto a fiorire nel momento giusto.
E quando arriva il momento, l’orrore è puro. Non c’è dubbio: questa è una forma di terrore che va oltre ogni aspettativa. Perché, come dimostra il miglior cinema horror, sono proprio le storie che potrebbero essere reali quelle che ti colpiscono nel profondo. Arrivati alla fine, avevamo già capito cosa stava per accadere, ma non eravamo comunque pronti. Ninfa, addirittura, ha cominciato a provare una paura tangibile. A un certo punto, ha chiesto di spegnere il televisore, scossa dalla crudezza delle immagini. Ha chiuso gli occhi, mentre io, paralizzato, rimanevo ancorato al divano, incapace di staccarmi dallo schermo.
Quel seme di paura, che sembrava quasi innocuo all’inizio, si è trasformato in un vero e proprio fiore del male, devastando l’anima. L’uomo è davvero capace di simili atrocità? Purtroppo sì. E lo fa senza spiegazioni, senza giustificazioni, mosso da una perversione che non ha ragione. Quando il film è finito, nessuno di noi ha dormito tranquillo quella notte. In particolare per chi ha una famiglia, questo è un film difficile da affrontare. Non si può uscire indifferenti da un’esperienza del genere.

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Immagine di copertina di Duilio Scalici