Di Duilio Scalici
Ormai sono sempre più rari quei piccoli, preziosi momenti d’ozio a casa. Sempre di corsa, sempre qualcosa da fare. Eppure, ogni tanto capita. Magari finisci in anticipo i tuoi impegni, ti concedi una mezz’ora a strimpellare la chitarra per liberare la testa… e poi il silenzio. Quel vuoto strano in cui ti ritrovi senza idee, senza fretta, ma con un tempo tutto tuo tra le mani. È stato così questo lunedì.
Mi sono lasciato cadere sul divano, senza aspettative, e ho iniziato a sfogliare distrattamente il catalogo di Netflix. Ed ecco che lo sguardo si posa su un titolo semplice, essenziale: Pino. Nessuna descrizione altisonante, nessuna promessa sensazionalistica. Solo un nome. Ma tanto è bastato.
Non sapevo nulla di questo nuovo documentario, ma appena parte, capisco subito che c’è qualcosa di speciale. Le immagini, la narrazione, il ritmo: è la firma di Francesco Lettieri, inconfondibile. Anche alle prese con un documentario, Lettieri riesce a rimanere fedele a sé stesso, regalando un’opera intensa, autentica, stilisticamente impeccabile. Un docu-film che non si limita a raccontare, ma vive attraverso immagini poetiche, evocative, e una struttura narrativa che non si accontenta della cronaca: la reinventa.
La scelta di inserire dei “nuovi” videoclip, costruiti come veri e propri tasselli narrativi, non è solo originale: è geniale. Porta dentro la storia un respiro diverso, quasi onirico, che trasporta lo spettatore in un altrove fatto di suoni, colori, sensazioni. Un meridione che profuma di mare, di sole basso sull’orizzonte, di malinconia e orgoglio.
Pino non è solo il ritratto di un artista straordinario, fieramente napoletano. È anche un viaggio intimo e collettivo, una lettera d’amore a una musica che continua a parlare a chi ha voglia di ascoltare davvero.
Alla fine, quelle due ore di ozio si sono trasformate in qualcosa di raro: un tempo pieno, bello, necessario. Un momento in cui ti ricordi perché l’arte, quando è fatta con il cuore, non è mai solo intrattenimento. È casa.
E allora sì, guardate Pino. Non solo per riempire il tempo… ma per riempirvi un po’ il cuore.

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Foto di copertina di Duilio Scalici