Di Michele Savino
Allora la Morte raccontò una fiaba alla Bambina Grande, dolcemente, per farla addormentare: “C’era una volta un Dado, cubico come tutti i dadi, solido come tutti i dadi, enigmatico come buona parte dei dadi. Nonostante fosse sempre stato molto orgoglioso della propria stabilità, qualche volta avrebbe desiderato che qualcuno lo lanciasse, così, anche solo per cambiare posizione o lato d’appoggio; tuttavia nessuno lo accontentava, forse perché nessuno pensava che un dado potesse avere delle esigenze o serbare dei desideri.
La Biglia rotolava giorno e notte in giro per il Mondo, dinamica per natura, sferica e solida come tutte le biglie. Esplorava luoghi sempre diversi e faceva moltissimi incontri, tuttavia, anche quando avrebbe desiderato fermarsi per un po’ in un posto, magari solo per riposarsi o per contemplare il paesaggio, si accorgeva che stava già rotolando altrove e che nemmeno altrove avrebbe potuto fermarsi.
Un giorno la Biglia rotolando urtò il Dado, che dal colpo si ribaltò e inaspettatamente si accorse di aver finalmente cambiato lato d’appoggio e posizione; scontratasi col Dado la Biglia si fermò. Fu allora che il Dado vide riflessi sulla superficie vetrosa della Biglia i suoi neri pallini numerici, rotondi come la Biglia e dei quali nemmeno immaginava l’esistenza: improvvisamente si sentì elegante, ipnotizzato dall’eleganza di quel riflesso.
La Biglia poté così riposarsi accanto al Dado e osservare il paesaggio, gli alberi, le case e il sole che stava già tramontando; durante la notte la Biglia raccontò al Dado le sue avventure e i suoi incontri nel Mondo e il Dado si meravigliò di quanto fosse vasto e variegato il Mondo e di quanto avesse instancabilmente viaggiato la Biglia. Si addormentarono così l’uno accanto all’altro e la Biglia poté finalmente sprofondare in un sonno immobile e vasto, rassicurante e bellissimo.
Furono bruscamente risvegliati all’alba da un boato profondo, che fece persino vibrare il terreno e la Biglia, anch’essa vibrando, si accorse che stava già rotolando lontano e disperata chiamò il Dado a gran voce e poi sparì all’orizzonte. Il Dado tuttavia sapeva bene che anche il Mondo è rotondo e che un giorno la Biglia si sarebbe nuovamente scontrata con lui.”
La Bambina Grande era già sprofondata in un sonno rassicurante e bellissimo, proprio come quello della Biglia; allora la Morte coprì la bimba con la grande coperta e si allontanò in silenzio.
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Immagine: Michele Savino, Bolide, olio e pastello su carta di cotone 2020.