Di Duilio Scalici
Sabato 21 marzo.
Per la prima volta, Leonardo prende una decisione che sorprende un po’ tutti: vuole dormire dai nonni paterni. Una scelta che lo riempie di gioia, e che, ovviamente, rende felici anche loro nel vederlo realizzare un desiderio tanto atteso. Così, approfittando dell’occasione e del suo entusiasmo, io e Ninfa ci ritagliamo finalmente una serata tutta per noi, qualcosa che non facevamo davvero da troppo tempo.
Il programma è semplice ma perfetto: un aperitivo in tranquillità, seguito da una serata al cinema. Solo il giorno prima, nelle sale italiane, era uscito A Different Man, un film che sapevamo avrebbe trovato spazio solo in quei cinema audaci che osano proporre titoli di nicchia. A Palermo, l’unico cinema che lo proiettava era il Rouge et Noir, in Piazza Verdi, proprio accanto al magnifico Teatro Massimo. Un piccolo angolo di storia cinematografica, che sembrava perfetto per un’esperienza unica.
Arrivati, ci sistemiamo in una sala che trasuda il fascino di tempi passati. Gli odori nostalgici di un cinema che sa di vecchi ricordi ci avvolgono subito. La sala si riempie lentamente, e quando le luci si spengono, l’attesa cede il posto alla magia del grande schermo. Ci immergiamo subito nella vita di Edward, un giovane uomo affetto da neurofibromatosi, che sogna di diventare attore. Vive da solo in un appartamento che sembra riflettere la sua solitudine e la sua paura del mondo esterno. Il suo volto, segnato da protuberanze, lo rende fragile e insicuro, impedendogli di godere appieno delle sue qualità. È un giovane che, pur con tanta bellezza interiore, non può che sentirsi frenato dal suo aspetto fisico.
La sua vita cambia quando una giovane aspirante sceneggiatrice, Ingrid, si trasferisce nell’appartamento accanto. La sua presenza sembrerebbe quasi un’occasione impossibile, un’infatuazione che Edward crede irraggiungibile. Quando scopre dell’esistenza di una cura sperimentale che potrebbe migliorare il suo aspetto, decide di provarla, sperando non solo di cambiare, ma anche di conquistare l’attenzione di Ingrid e, forse, di sentirsi finalmente accettato dal mondo e da sé stesso.
Dalla trama, potrebbe sembrare che il film non eccella per originalità, ma, nonostante ciò, si rivela essere un autentico piccolo gioiello cinematografico. La performance di Sebastian Stan è straordinaria, capace di rendere Edward un personaggio complesso e profondamente umano. La fotografia, elegante e ben calibrata, si sposa perfettamente con il tono del film, mentre i richiami alla filmografia di David Lynch si fanno evidenti, regalando un’atmosfera inquietante e affascinante. La colonna sonora è un altro punto di forza: ogni nota sembra scolpire l’emozione in modo sublime, aggiungendo una profondità incredibile all’intera visione. E poi, con grande piacere, ho scoperto che la musica è opera di un talentuoso compositore italiano, Umberto Smerilli. Un dettaglio che, ovviamente, mi ha fatto ancora più piacere, aggiungendo un tocco di orgoglio nazionale a un film già straordinario.
Eppure, nonostante il film trattasse temi drammatici, c’era un’ironia sottile che ci ha sorpresi. Momenti bizzarri e divertenti hanno fatto scoppiare più volte me, Ninfa e l’intera sala in risate genuine. Un contrasto che arricchisce il film, dandogli quella leggerezza che spesso si sfiora solo in opere straordinarie.
Quando la proiezione è finita, siamo usciti dal cinema con un sorriso sulle labbra e una sensazione di soddisfazione che non ci abbandonava. La città di Palermo, con il suo centro storico vivace e caotico, ci accoglieva con la sua frenesia. Ma nonostante l’affollamento e il rumore, dentro di me restavano quelle immagini potenti e quelle note che, in qualche modo, avevano anche ispirato il mio pensiero. Un’esperienza che, al di là della trama, ha lasciato un segno profondo.

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Foto di copertina di Duilio Scalici