Punk Floyd?

Di Stefano Marullo

Oggi parliamo di cinema.

Sui classici di punk cult movie avrete l’imbarazzo della scelta. Andando in ordine cronologico non possiamo che partire da “Rock’n’Roll High School” del 1979, dove i Ramones interpretano se stessi; “The great rock’n’roll swindle” del 1980 che racconta i retroscena, peraltro arcinoti, della storia dei Sex Pistols, (dal film prenderà le distanze Johnny Rotten, che pure di recente marcherà la sua contrarietà alla serie Pistol, che tenterà, invano, di bloccare in tribunale); “Times square” dello stesso anno diretto da Allan Moyle è un dramma che segue la storia di una giovane donna che diventa una punk rock star a New York; “Rude Awakening” (1980), un documentario sulla scena punk britannica che include interviste e performance live di band come Crass, The Mob e altri; mentre “The decline of western civilization” (1981) è uno spaccato importante della scena punk di Los Angeles, con interviste, tra gli altri, a Black Flag, Germs, Fear; “Suburbia” (1983) diretto da Penelope Spheeris è un film documentario sulla scena punk di Los Angeles negli anni Ottanta; “Another state of mind” del 1984 è un documentario sul tour di due band, i Social Distortion e i Youth Brigade; dello stesso anno “Repo man” commedia nera diretta da Alex Cox ; “Sid & Nancy” del 1986 è un film biografico sulla storia di Sid Vicious e Nancy Spungen; “Lifestyle of the Ramones” (1990) è un documentario sull’epopea dei Ramones; “Tokyo rocks” del 1994 parla della scena rock e punk di Tokyo; “The filth and the fury” del 2000, ancora diretto da Julien Temple come “The great r’n’r swindle”, offre una visione più approfondita sulla storia dei Sex Pistols e include interviste a Steve Jones, Paul Cook e Glen Matlock. “American hardcore”, un’imperdibile documentario sulla scena hardcore negli Stati Uniti; “Straight edge” del 2005 documenta la scena straight edge e punk di Copenaghen; “There is no authority but yourself” del 2006 parla della storia dei Crass (punk serio non più fenomeno da baraccone); “It’s alive 1974-1996” del 2007 è il film-concerto ancora sui Ramones; dello stesso anno è “Barcelona scratch” sulla scena hardcore della città catalana; “Génération perdue” (2011): un documentario che offre una visione approfondita sulla scena punk francese degli anni ’70 e ’80; “The punk singer” del 2013 illustra la vita e la carriera di Kathleen Hanna (Bikini kill e Le tigre) madrina del movimento punk femminista Riot Grrrl; “Italia ‘80” del 2014 è un interessante documento sulla scena punk italiana degli anni Ottanta; “Punk in Italia” è dell’anno successivo; “Punk in China” del 2018 si sofferma sulla chinese punk scene; dello stesso anno “Die artamanen”, documentario sulla scena punk e alternative tedesca; sempre nel 2018 esce “Punk in Brazil”; “Punk in Korea” del 2020 esplora la scena punk in sud Corea; “The sound of free speech” realizzato nel 2023 e diretto da Brandon Spivey esplora la storia dei Crass e include interviste ad alcuni sui membri.

In questa lunga lista, della quale mi scuso per qualche dimenticanza, non trovate un film, uscito nel 1982 e diretto da Alan Parker che è il più punk di tutti, “The Wall” dei Pink Floyd, trasposizione cinematografica dell’omonimo album pubblicato qualche anno prima. La storia del protagonista, Pink, è quella di un musicista rock sempre più isolato e disconnesso dalla realtà. La pellicola presenta immagini potenti e simboliche che rappresentano la disintegrazione della personalità di Pink. In “The Wall” ci si muove su territori fatti da rabbia e solitudine ma anche della critica sociale contro il sistema educativo (gli insegnanti sono figure autoritarie e represse che soffocano la libertà dei/delle bambini/e, contro la violenza e la guerra (il padre di Pink muore in guerra), alla società capitalista e consumista, e alla medicalizzazione della società (la psichiatria come sistema di controllo sociale).

Johnny Rotten esordì nel punk con una famosa T-shirt che recitava “I hate Pink Floyd” (= odio i Pink Floyd); i Pink Floyd si rivelarono, con questo film, molto più “punk” nei contenuti, di loro.


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