Di Andrea Belushi
Cerco il nido in ogni oceano di parole
E mi trovo a sorseggiare gengive di vecchiaia alcolica
Singhiozzando arcipelaghi tumorali di bestiame immangiabile
E misero è sopravvivere senza vizio alcuno
Inondare ogni corpo di saliva e bestemmie
Immergendo i canini nel sapore di donna
Lanciando genitali pulsanti nel focolare spento e ancora fumante
Per mirare la cenere costellarsi caoticamente
E inalare fetore originale
Considerare i quotidiani
Secondo il punto di vista dell’occhio cieco della cappella
Tremando mentre il mondo trema
E respira come una spugna soffocata dalla merda
Nella bocca di un cane