punk is dead – appendice #5

The Real Kids

Di Stefano Marullo

Completiamo la classifica del cuore con The Real Kids, che con Crass e The Gun Club, la mia triade, hanno in comune di essere punk, loro malgrado, e di essere anche oltre il punk. John Felice, cantante, chitarrista e compositore dei testi,  unico sopravvissuto con il batterista rispetto al gruppo originario, con una gavetta impressionante a partire dai primi anni Settanta (Modern Lovers, poi Kids, poi Taxi Boys perfino Ramones, entourage, per un certo periodo) lo ha ripetuto in tutte le salse: “Non siamo mai stati una punk band, a noi piaceva il rock’n’roll”(le loro rivisitazioni dei pezzi di Eddie Cochran, Buddy Holly ne sono la prova provata), eppure l’energia che sprigionavano, la loro attitudine a suonare nei club di Boston, loro città natale, fucina di grandissime band (i citati Modern Lovers, ma anche The Cars, Converge, Lyres, DMZ, Negative FX, The Freeze, Dys, Gang Green, Slapshot, Stranglehold… scusate se è poco), ne facevano una punk band.

Se nella West coast c’erano i Ramones, nella east coast c’erano i Real Kids, entrambi perdenti, dunque grandissimi, scoperti troppo tardi. Tra loro le strade si intersecano, non solo perché Felice per un periodo, come anticipato, lavorerà nella crew di Joey & Co., ma perché sarà durante una loro esibizione al CBGB di New York, tempio dei Ramones che vi suonavano un giorno sì e un giorno sì, che i The Real Kids verranno notati da Marthy Thau che li vuole per un disco per la sua etichetta Red Star. Ne nascerà The Real Kids, 1977, un disco enorme,  praticamente perfetto che però non ottiene il successo sperato.

Il successivo è un ep, Outta Place, che fonde power pop, garage, punk e rock’n’roll primitivissimo, altro capolavoro. Tra gli album in studio, rispetto ai numerosi live (molti al Rat di Boston) da segnalare Shake Outta Control del 2016 dove rivisitano alcuni classici del loro repertorio, gravido, ancora, di rock’n’roll. Circostanza ha voluto, come per i Ramones prima e The Gun Club dopo, che The Real Kids avessero un certo seguito in Europa (celebratissimi in Francia e in Belgio) più che in madrepatria. Un gruppo, come pochi, capaci di fare lunghissimi assoli di chitarra di sviscerare armoniche e organi, cori deliziosi e accelerazioni subitanee nello stesso pezzo. Eppure, le notizie su di loro scarne e incomplete. Persino il Reverendo Lys se ne dimentica nel libro sul garage rock, citandoli solo indirettamente. Esiste  probabilmente una damnatio memoriae relativa al loro abuso di droghe, ma questo nulla toglie alla genialità e al talento artistico (cazzu iu).

Il pezzo che vi propongo è colossale nella sua bellezza. Tanti iniziano a suonare la chitarra con “Smoke on the Water” dei Deep Purple; io ho iniziato con “Reggae Reggae” dei The Real Kids, dal loro primo album, ossessivo, suadente, incendiario con doppio assolo e con un testo intriso di allusioni erotiche, un vero combo di punk rock grezzo ed elettrizzante, che forse insieme a Senseless di qualche anno dopo, rappresenta il momento più cattivo, musicalmente parlando, della loro mitica carriera. Tra i miei 3 o 4 pezzi punk preferiti di sempre.


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