punk is dead #19

Hüsker Dü

Di Stefano Marullo

Una rubrica come questa non può non occuparsi di una delle band più celebrate e rispettate della storia del punk e forse oltre i confini di questo genere. Il loro doppio Zen Arcade del 1984 è unanimamente considerato un capolavoro assoluto (non era mai successo che un album indipendente superasse le 100.000 copie di vendite).

Il trio nasce nel 1978 a Minneapolis, nello stato americano del Minnesota con un nome abbastanza strano che secondo alcuni ricorda un gioco da tavola di strategia ma è anche una espressione norvegese (“ti ricordi”) e debutta, senza grande successo in verità, nella capitale Saint Paul, con una formula musicale di punk grezzo alla Ramones iperveloce. In poco tempo gli Hüsker Dü diventano il gruppo hardcore per eccellenza, legandosi alla label indipendente dei Minutemen, altro trio hardcore proveniente dalla California, ma conservando una loro intima originalita: in mezzo al loro sound dirompente si può trovare qualche piccolo intermezzo melodico.

Zen Arcade, il loro quarto album, pubblicato con l’indipendente SST, fucina di gruppi hardcore un po’ anticonvenzionali, è il momento più alto della loro carriera: 23 tracce che fondono rabbia e introspezione, mischiano punk e psichedelia, contiene finanche due intermezzi pianistici, un pezzo strumentale, brani che variano da due o tre minuti a tredici minuti! Dopo Zen Arcade gli Hüsker Dü invece che sedersi sugli allora sembrano in preda ad una vera e propria iperproduzione sempre su livelli altissimi e pubblicheranno ben cinque dischi tra cui due doppi.

La scelta di rompere con la SST e di firmare con la Warner Bros nel 1986 gli fa piovere addosso le critiche dei duri e puri ma è anche il segnale che la band ha raggiunto ormai una fama planetaria. Ma al contempo siamo a fine corsa: i rapporti tra Bob Mould e Grant Hart si fanno sempre più difficili e in particolare Hart è sempre più dipendente dall’eroina. Nel 1987 questa faida interna culmina con lo scioglimento della band. Le strade dei tre si divaricano, il bassista Greg Norton prima fonda i Grey Area poi decide di abbandonare la musica per dedicarsi alla cucina fino al 2006 quando entra a far parte di una nuova band, Gang Font feat. Interloper. Grant Hart entra nei Nova Mob come chitarrista e cantante fino al 1997 per poi intraprendere la carriera solista fino al 2017 quando, purtroppo, verrà stroncato da un cancro al fegato. Quanto a Bob Mould, il più creativo e prolifico del trio, dopo aver militato negli Sugar ha continuato come solista anche in tempi recenti e si è distinto per le sue battaglie a favore del mondo omosessuale essendo egli stesso dichiaratamente gay. Nonostante le loro fortune postume, i loro nomi resteranno per sempre legati al periodo d’oro degli Hüsker Dü.

Non posso che scegliere un pezzo dal loro album più celebrato allora, Zen Arcade. “The Biggest Lie” in poco più di due minuti condensa un’energia prorompente combinata a dei riff chitarristici sinuosi e raffinati (alla Metallica) con un assolo finale pregevole. Basso voce e batteria che incalzano non sono da meno.


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