punk is dead #18

Radio Birdman

Di Stefano Marullo

Proviamo ad andare su latitudini diverse rispetto al mainstream, come già abbiamo fatto parlando della scena francese ed italiana, e occupiamoci di una delle più interessanti (proto)punk band australiane, i Radio Birdman, che nel 1976 produce un ep dal titolo Burn My Eye e che si fa già notare per la sua atipicità avendo ben due chitarre e una tastiera. Paradossalmente la prima punk band australiana (sarebbe però ingiusto non citare anche The Saints) viene fondata da un esule americano, il chitarrista Deniz Tek, attratto dal suono viscerale e grezzo di Stooges e MC5, veri precursori della scena punk americana.

Nel 1978, quando il punk è già esploso a livello planetario, i Radio Birman sono già pronti per incidere il loro primo LP, Radios Appear, che oltre allo stile detroitiano, ha delle interessanti reminiscenze garage e Sixties. Il gruppo riesce ad avere una certa popolarità in patria, anche grazie ai numerosissimi concerti live (se ne contano almeno trecento in quattro anni), senza però sfondare, nonostante giunga a strappare un buon contratto alla Sire, che prova a distribuire il loro disco in tutto il mondo. Per tentare di uscire dall’oasi dorata australiana, i Radio Birdman volano in Galles e qui incidono il loro secondo disco, Living Eyes, che rimane ancora una perla di punk e rock’n’roll, ma che verrà pubblicato solo dopo il loro scioglimento.

Stanchi, disillusi, consapevoli di avere raccolto meno di quanto seminato, infatti, i Radio Birdman concludono la loro breve, ma intensa, carriera un po’ alla maniera dei New York Dolls, con lo stesso talento e la stessa sfortuna. La storia sembra chiudersi qui. In realtà un grosso pezzo dei Radio Birdman, Deniz Tek con il cantante  Rob Younger e il bassista Warvick Gilbert danno vita ad una nuova formazione niente male, i New Race, alla quale si uniscono due autentici miti, Ron Asheton degli Stooges alla chitarra e Dennis Thompson degli MC5 come batterista. Altra parentesi molto interessante di Rob, sempre all’insegna del garage punk, quella con i New Christs.

E non finisce qui. A metà degli anni Novanta i Radio Birdman decidono di riunirsi con la formazione originale dando vita ad un nuovo album live, Ritualism, e a una serie di concerti affollatissimi. Con qualche cambio di formazione i Radio Birdman continueranno a fare concerti (arrivando anche in Italia) fino ai primi Duemila, mentre del 2006 è l’album in studio Zeno Beach a 25 anni dal loro  mitico Living Eyes. Per entrare definitivamente nella leggenda.

Vi faccio ascoltare dal loro graffiante primo album “Do the Pop”, ottimo esempio di grezzitudine e visceralità, e che ricorda per molti versi lo stile dei Real Kids, altra mitica band di Boston innamorata del Garage e dei Sixties, di cui ci siamo già occupati, avendo, chi vi scrive, una vera ossessione per loro (potete giurarci che ve ne parlerò ancora). Ma ora… i Radio Birdman!


Pubblicato

in

da