proto-punk #3

“I’m waiting for the man” dei Velvet Underground

Di Stefano Marullo

Come e forse più di The Stooges, di cui abbiamo parlato la scorsa settimana, i Velvet Underground di Lou Reed, hanno avuto un’importanza capitale nella storia del rock e nella nascita del punk rock, per estetica e contenuti, ma al contempo, sono stati tra i gruppi più ignorati del panorama musicale dell’epoca. Nati a New York intorno al 1965 si sono sciolti nel 1973, per poi avere una brevissima reunion nel 2003 in cui hanno fatto un tour mondiale.

Il pezzo “I’m Waiting For the Man” è un altro classico del proto-punk. Il sound è molto sperimentale e noise, e in primo piano esalta l’uso di fuzz sulla chitarra e di accordi non convenzionali sul basso. Per inciso, il fuzz è un effetto audio che altera il suono di una chitarra elettrica o di altri strumenti musicali, creando un suono distorto e “sporco”. I Velvet, insieme a The Who, sono tra i primi gruppi a usarlo.

Il ritmo è ripetitivo e crea un’atmosfera carica di tensione e attesa. La storia è arcinota, quella di uno studente bianco che va nel quartiere nero di Harlem ad acquistare una dose di droga e mentre attende il suo spacciatore di fiducia viene minacciato da un nero che lo accusa di avere invaso il suo quartiere. Un testo che, oltre a storie di strada racconta lo scontro tra due mondi, quello bianco e nero. Nonostante il titolo del brano reciti I’m waiting for the man, Lou Reed nel disco canta I’m waiting for my man. Il pezzo ha avuto molte reinterpretazioni nel mondo del punk in particolare con U.K. Subs e Slaughter & The Dogs, e Debbie Harry (Blondie), oltre che David Bowie, Cheap Trick e Bauhaus.

Ecco la traduzione in italiano:

Sto aspettando il mio uomo
ho 26 dollari in mano
fino all’angolo tra la Lexington e la 125esima
mi sento malato e sporco più morto che vivo
aspetto il mio uomo
Ehi ragazzo bianco che ci fai in questo quartiere?
ehi ragazzo bianco stai facendo il filo alle nostre donne
ah, scusi, signore non mi passava neanche per la testa
sto solo cercando un mio carissimo amico
sto aspettando il mio uomo
Eccolo che arriva, tutto vestito di nero
scarpe da portoricano e un gran cappello di paglia
non è mai in orario, è sempre in ritardo
la prima cosa che impari è che devi sempre aspettare
sto aspettando il mio uomo
Fino al portone di un palazzo in mattoni e su per tre rampe di scale
tutti ti squadrano ma a nessuno importa
lui ha tutto il necessario, te ne da’ un assaggio
poi te ne devi andare perché non hai tempo da perdere
sto aspettando il mio uomo
Tesoro non gridare cara non piangere e non gridare
Io sto bene lo sai che prima o poi riuscirò a farcela
mi sento bene, mi sento davvero bene
fino a domani ma quello è un altro momento
sto aspettando il mio uomo, portala a casa.