Leoncavallo

Di Stefano Marullo

Si è molto parlato in questi giorni dello sgombero del Leoncavallo, lo storico centro sociale milanese, ennesimo atto della propaganda sicuritaria del governo neofascista di Giorgia Meloni.

Sarà utile ricordare l’importanza che i centri sociali hanno avuto nella diffusione della controcultura e della scena underground. In un contesto italiano in cui si compra sempre meno musica (e le piattaforme digitali ti fanno ascoltare tutto magari sorbendoti un po’ di “sana” pubblicità) e il mercato del vinile è ancora di nicchia, la necessità di esibirsi diventa vitale per le band e togliere spazi di aggregazione è quantomeno criminale. Ad una candidata sindaca che mi aveva interpellato su cosa fare nel mio quartiere per i/le giovani dissi a suo tempo che ci voleva una sala di registrazione da dare in comodato alle rock band della zona e ricordavo che il CBGB era sorto in una delle zone più degradate di New York. Non se ne fece nulla. Tant’è. Il Leoncavallo (che avrà una nuova sede nel quartiere Corvetto, se l’amministrazione Sala manterrà le promesse e lo farà solo per fare un dispetto al Viminale) e, ancora più di esso, il Virus di via Correggio 18 sempre a Milano, fondato sul modello della Dial House dei Crass, sono stati fondamentali per la nascita del punk in Italia.

Il Virus è stato attivo dal 1982 al 1989. Vi hanno suonato, tra gli altri, gli inglesi Disorder (che ancora suonano peraltro) gli americani MDC oltre che i principali gruppi della scena anarco-punk e hardcore italiana come Wretched, Contrazione e Raw Power. Il Leoncavallo, attivo dal 1975 all’agosto del 2025, ha in qualche modo raccolto il testimone del Virus. Vi hanno suonato, tra gli altri i canadesi DOA, gli americani Black Flag e Guttermouth e Jello Biafra (Dead Kennedys), gli inglesi Exploited e gli italiani Punkreas e CCCP, quest’ultimi in uno storico concerto del 1986 quando furono contestati dai punk più radicali (sarebbero stati banditi da lì a poco per avere firmato con la major Virgin, come era successo ai Clash, che predicavano bene e razzolavano male).

Tra gli eventi memorabili del Leonka il Punk Monster IV Festival che ha visto la partecipazione di numerose band punk rock italiane e internazionali che si sono esibite in due giorni da venerdì 21 maggio a sabato 22 maggio del 2010 e che ricorda molto la cosiddetta “Offensiva di Primavera” dell’aprile 1982 quando al Virus si esibirono oltre 50 gruppi (tra cui Wretched, Negazione, Contrazione, Crash Box) e arrivarono circa 3000 punk da tutta Italia. Tra i festival punk e hardcore del Leonka da citare anche Corti Circuiti e Suoni di liberazione.

Tra i gruppi più illustri della scena anarco-punk e hardcore milanesi, i succitati Wretched, attivi dal 1981 al 1988, sono quelli che più hanno fatto propria la lezione libertaria e di autogestione dei Crass, anche se musicalmente ricordano più i Discharge. Ricordo ancora i loro ep con la scritta “non pagare questo disco più di 2000 lire” e i disegni in bianco a nero stile graffiti. Hanno fondato anche una loro label, la Chaos Produzioni, che è stato un punto di riferimento per le punk band italiane (ma anche per un paio di gruppi d’Oltralpe).

Ecco un piccolo assaggio, mettete le cuffie più che suonare… picchiano!


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