L’arte di non rifare il letto

Cosa c’è di meglio, magari dopo un passaggio al bagno e una colazione innaffiata di latte a lunga conservazione, di rifare il letto, metafora di una mente ordinata? Eh, cosa c’è di meglio? Per esempio non rifarlo affatto. Ecco cosa c’è di meglio. Lasciarlo al suo destino stropicciato in attesa di ritrovarlo lì, fedele, al momento di tornare a dormire (o a fare altro – c’è chi a letto ci lavora, tipo Proust) dopo una giornata in cui qualsiasi ordine mentale è stato fatto a pezzi dal resto dell’umanità che rifà il letto come metafora di una mente ordinata. A parte che non sono io ma è la scienza a insegnare che è meglio lasciare areare il letto (e farlo per ore e ore mi pare dunque encomiabile), ma poi sapete quanto tempo si risparmia a non rifare il letto? Ve lo dico io, ben un minuto al giorno, ovvero trecentosessantacinque minuti l’anno, equivalenti a tre film da due ore l’uno. Buttali via. Comunque, se proprio dovete rifare il letto per mostrare che siete soliti rifarlo, fatelo solo quando viene a trovarvi la mamma. Se siete voi la mamma avete risolto.

s.


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