Jonny Greenwood

Jonny Greenwood nasce il 5 novembre 1971 a Oxford, sotto il segno dello Scorpione. Nel 1985, insieme a Thom Yorke, Ed O’Brien, Colin Greenwood e Phil Selway, dà vita ai Radiohead: una band che mescola la claustrofobia alla meraviglia. Jonny non è “solo” il chitarrista: è la mente che trasforma accordature aperte in distopie emotive. Riff, come quelli di “Paranoid Android”, che sono veri e propri manifesti di paranoia; feedback studiati per diventare mantra moderni; l’uso del pitch-shifter (effetto che modifica l’altezza delle note), l’EBow (dispositivo che genera un campo magnetico che fa vibrare la corda senza toccarla), delay vertiginosi, sample sgranati: tutto magnificamente orchestrato per far sussultare il cuore. In “Nude” ti scioglie l’anima con un tocco, mentre in “Myxomatosis” ti scaraventa nel caos meccanico del mondo. In sostanza, è per merito suo se i Radiohead non sono solo una band, ma un’esperienza esistenziale da cui esci trasformato. E se parliamo di tecnica, siamo a livelli da conservatorio punk: destrezza chitarristica, sperimentazione continua, equilibrio perfetto tra rigore classico e isteria elettronica. Ma non finisce qui. Quando il mondo sembrava aver già assorbito tutta la loro follia, ecco spuntare The Smile, supergruppo formato da Greenwood insieme a Thom Yorke e al batterista jazz Tom Skinner. Qui Jonny si concede libertà ancora più selvagge: brani come “You Will Never Work In Television Again” o “Thin Thing” sono mappe di nervosismo elegante, spartiti che ti riportano l’urgenza della vita in ogni nota. Senza più la cornice rassicurante dei Radiohead, The Smile diventa il suo laboratorio sonico privato. In sintesi: con i Radiohead Jonny ti prende per mano e ti trascina nella nebbia del XXI secolo. Con The Smile, ti lascia nudo nel vuoto… ma con la consapevolezza che, sì, quel vuoto ha un groove notevole.

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Disegni di Maurizio Di Bona, testi di Stefano Scrima


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