/ Tiro al piattello
Di Chiara Santarelli
Io non ho mai vissuto
Questo solo disse il cacciatore per scusarsi.
Non volevo sparare
Non volevo sparare, disse ancora.
Ed un sorso di latte bevve
Ed una lacrima versò nel bicchiere
Ad insaporire lo scialbo biancore della bevanda
Mentre vedeva le ciglia del pettirosso saltare a piedi pari
E dei suoi occhi sgranati dispiacersi
Come a dire pensavo tu sapessi
Come a dire pensavo ci fosse un patto
Il pettirosso traboccava di colori dal petto
E delle speranze soffocate si era fatto tesoriere
Ma parole cosi distanti non ne aveva mai udite
Il telegrafo annunciava le sue colpe
Il tormento di chi si è sentito vivo con chi non aveva mai vissuto
A chi appartiene la colpa?
La colpa era di chi non sapeva comunicare, abituato al silenzio dei boschi?
Cinguettare solo se da soli
Tra le cime ariose degli alberi secolari
E dal basso costruire una scala
E dalle sommità sentire il legno venire martellato
Persino i sordi sentivano il suono incessante del martello
Ed il pettirosso non cantò altro
Se non di una ferita
Se non del suo petto macchiato dalla polvere nera
E di come sia difficile venire a patti, se da amore sei mosso
Solo allora capì
Il cacciatore si prendeva cura di tutti gli uccelli
In egual modo
Li cibava, li saziava
Solo per farli volare liberi il momento prima
Ed il momento dopo mirarli
Ed il momento dopo farne il gioco del suo tiro al piattello
Lanciare, Mirare…Pull.
Io non ho mai vissuto, disse il cacciatore.
E dal canto suo cosa poteva saperne il pettirosso
Se di patti non ne aveva mai fatti
Se il rossore dal petto non ha mai nascosto.
*
Immagine: fotografia di Gerda Taro, Republican militiawoman training on the beach outside Barcelona, agosto 1936