Was denkst du?

/ A cosa pensi?

Di Chiara Santarelli

Il punto di ritorno?
E quello che zittisce ogni sussulto?

Non ci sarà alcuna redenzione.
Non ci sarà merito o miglioramento,
dimostrazione o cambiamento
che possano farti diventare una brava persona.
Potresti conoscere l’amore nei solchi degli altri,
ma mai potrai sentirne appieno il languore.
Sarai in grado di gioire l’attimo prima e di letizia disfarti l’attimo dopo.

Ho conosciuto la morte nei volti delle persone che amavo.
Ho visto così tanto sacrificio addormentarsi all’improvviso.
Ho visto così tante rughe distendersi e trovare pace.
Non provo vergogna nel pensare alla morte.

Avere venticinque anni e parlare alla terra ogni giorno.
Come se le zolle potessero pesare sul mio umore.
Come se il giorno potesse risplendere solo al verde degli steli.

Essere una pienezza incoerente di colore.
Come il buio. Come il nero. Come i granuli della terra.
Avere venticinque anni.
Avere a cuore la vita ma non abbastanza da viverla.

Mi chiedo qual è il modo per lasciare tutto alle spalle e ricominciare.
Senza dimenticare chi ero, senza dimenticarmi di loro.

Poi mi hanno chiesto A cosa pensi?

E l’ho scordato.

*

Immagine: Francisco Goya, Los Disparates (1864) – No. 12 Disparate alegre.


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