punk is dead #12

X

Di Stefano Marullo

Convenzionalmente si situa la nascita del punk rock a Londra tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977, sebbene già nel 1975 i Ramones avessero bruciato i tempi a New York. Sarà ancora l’America a vedere una vera e propria rinascita del punk, dopo l’esaurimento della prima ondata, in particolare nella modalità dell’hardcore, che del primo punk rock estremizza la velocità ed è, di norma, molto politicizzato. La West Coast californiana tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, è una vera fucina: Circle Jerks, Dead Kennedys (ne parleremo), TSOL, Fear, Bad Religion, Social Distortion, Germs, Crucifix solo per ricordare qualche nome. Ma accanto a questo fortunato filone (che troverà sponda anche in Gran Bretagna e nel Vecchio Continente), sempre in California, e segnatamente a Los Angeles, alcuni gruppi seguono altre strade e si lasciano attrarre da contaminazioni che vengono dal rockabilly, dal blues, dal jazz come The Gun Club (ne parliamo la prossima puntata), Blasters, e questi X, probabilmente i più fortunati della triade.

Tra le particolarità degli X, quella di essere uno dei pochi gruppi in cui la voce femminile di Exene Cervenka è spesso affiancata da quella maschile di John Doe (che suona anche il basso). Una vera compagine di personalità “eccedenti”, ricettive a molteplici influenze che porteranno alcuni componenti della band a lavorare in progetti paralleli come quello dei Knitters, puro country-rock, o Fleasheaters tra garage e psichedelia.

L’influenza somma e primigenia, nel caso degli X, è rappresentata da un’altra famosissima band californiana della fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta, i mitici The Doors. Non casualmente i loro primi quattro lavori furono prodotti nientepopodimeno che da Ray Manzarek che dei Doors fu tastierista e nel loro primo album è presente con organo in 4 pezzi e con sintetizzatore in uno: parliamo del leggendario Los Angeles, uscito nell’aprile 1980 e inserito dalla rivista Rolling Stone tra i migliori 500 album di tutti i tempi. Con il loro successivo album, Wild Gift, nel 1981 gli X, già molto conosciuti nei club losangelini, entrano di prepotenza nelle classifiche americane, senza strafare come i Ramones e di loro si comincia a parlare nelle riviste musicali.

Nel 1983 sono ospiti al famoso David Letterman Show. Nel 1986 esce un film documentario sulla loro storia: X; the Unheard Music. Alla fine degli anni Ottanta il gruppo si scioglie per riformarsi a metà degli anni Novanta con un nuovo chitarrista e continui a esibirsi in memorabili live. L’ultimo loro disco di inediti è del 2020 Alphabetland. A dare l’idea di quanta influenza hanno avuto gli X nel raccontare l’altramerica, della marginalità e delle crisi esistenziali, basterebbe leggere il libro dello scrittore Bret Easton Ellis (quello di American Psycho) Less the Zero che cita il gruppo più volte.

Nel 2024 annunciano l’uscita del loro ultimo disco di inediti Smoke & Fiction: con questo disco la band, dopo l’ultima tournée, chiuderà la sua lunga storia.

Non potevo che farvi ascoltare “Soul Kitchen” dal loro esplosivo primo album Los Angeles, versione punk’n’roll degli X, che qui ricordano molto i Ramones, omaggio postumo ai Doors e al loro mentore Ray Manzarek.


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