CCCP – Fedeli alla Linea
Di Stefano Marullo
Ho provato a raccontarvi la storia del punk rock attraverso 21 gruppi rappresentativi, dagli Slaughter & the Dogs fino ai Green Day, dove il cerchio si chiude, il punk diventa fenomeno da classifica e probabilmente muore davvero. Il mio amico Simone Cama che ha iniziato a leggere questa rubrica, e che di musica se ne intende, e che di recente ha intervistato Giorgio Canali che è stato uno degli ultimi chitarristi dei CCCP, credo che non mi perdonerà se tra i gruppi italiani ho inserito Contrazione e Raw Power tralasciando i CCCP – Fedeli alla Linea. Cama sa che non ho condiviso la recente reunion dei CCCP, che stavano bene dove stavano, nel mito. Ma adesso proviamo a riparare.
Tutto parte da Berlino (ovest), così doveva essere, siamo nel 1982 nell’epoca della cortina di ferro e loro decidono di pendere a est. A Berlino cominceranno ad esibirsi nei club. Il loro filo-sovietismo rimarrà una formidabile trovata, ma un po’ come è successo ai Sex Pistols che alla fine non sono stati capaci di distinguere tra finzione e realtà, convinti che se gli altri ci credevano dovevano crederci necessariamente anche loro, oltre le loro stesse intenzioni, testi, estetica, “etica” comunista dei CCCP hanno proiettato il gruppo su un piano talmente surreale da non potere più dare il giusto distinguo al talento artistico e alla farsa. Testi nichilistici, disturbanti e improbabili, dagli spermi al punk-islam, in più una discreta tecnica musicale, ne fanno uno dei gruppi più rappresentativi della scena italiana. Come le Kandeggina Gang di qualche anno prima poi i CCCP non disdegnano le incursioni televisive (celebre quella con Amanda Lear e la loro versione di Tomorrow) e la sperimentazione, e questo faceva un po’ arricciare il naso ai duri e puri. Probabilmente erano già post punk mentre il punk cominciava ad affermarsi in Italia.

Un’altra particolarità di cronaca: all’inizio non si riesce a trovare il batterista e allora decidono di usare la drum machine. Il gruppo poi si allargherà con l’arrivo di Annarella Giudici e Danilo Fatur che cureranno l’aspetto scenico del gruppo. I primi lavori sono tra ep con l’etichetta indipendente Attack Punk Record di Bologna, mentre il primo album, dal titolo impegnativo, 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi – Del conseguimento della maggiore età è del 1986 ha un successo clamoroso, tanto che Ferretti & Co. decidono di passare alla Virgin, tra le proteste di molti fan che ne vedono un tradimento. Nei successivi lavori, la musica si fa più temperata e quasi techno, non manca persino una intervista a Famiglia Cristiana per un pezzo, “Madre”, dedicato alla Madonna, contenuto nel loro terzo album. Nel 1989 arriva finanche un tour, insieme ai Lifiba e i Rats, in Unione Sovietica; a Mosca suonano l’inno sovietico e i soldati si alzano in piedi durante il concerto. Per sciogliersi, dopo soli 4 album, scelgono una data simbolica: il 3 ottobre 1990, giornata delle riunificazione tedesca. Cominciano poi storie parallele ed esperienze che culmineranno in un’altra formazione clamorosa: i CSI (Consorzio Suonatori Indipendenti), ma questa è un’altra storia, come la conversione di Giovanni Lindo Ferretti e altre amenità.
Vi proponga dal loro primissimo ep Ortodossia, “Spara Jurij” dove, per inciso, Jurij altro non è che il segretario del PCUS, dal 1982 al 1984. Un esempio di hardcore punk da manuale, ritmo sferzante, chitarra distorta e voce urlata.